di Luigi Asero
L’argomento si propone spesso: la Sicilia pare isola alla deriva, abbandonata da quanti sarebbero invece preposti alla sua gelosa custodia.
No, non ci occupiamo dell’inchiesta delle Iene (ripresa ora da altre importanti trasmissioni televisive come L’Arena di Giletti) sull’eccessivo numero di (inutili) custodi dei beni culturali.
Preferiamo invece fare un discorso più ampio in merito a tutto ciò che è Sicilia. Arte e beni culturali compresi ovviamente. Partiamo quindi da ciò che dovrebbe attirare i turisti come fosse miele per le mosche. Centri storici e bellezze naturali.
Chi tutela il mare siciliano, che resta bellissimo, ma che vive di progetti rimasti da sempre quali chimere?
Ricordate la “Copa Cabana” di Sicilia? Doveva essere la Plaia di Catania, un lunghissimo lungomare sabbioso che adeguatamente attrezzato potrebbe -non imitare la famosissima spiaggia di Rio De Janeiro- ma costituire, bensì, una spiaggia unica al mondo. E invece… invece vi aspettiamo fra qualche mese, tra parcheggiatori abusivi, pericolosità del viale Kennedy, spazzatura qua e là (che a farla mancare pare male) e servizi indegni di una nazione civile (spesso anche da parte delle strutture private in gestione, quando non già sequestrate per mafia).
Oppure gli aeroporti siciliani? Sempre lo scalo catanese è il sesto aeroporto italiano per traffico passeggeri, ma di gestirlo con vero criterio manageriale (dai parcheggi ai trasporti pubblici di collegamento) non se ne parla. E manco di allontanare i (sempre) soliti scippatori pronti a derubare i turisti appena giunti nell’isola, magari per vedere il nostro magnifico vulcano Etna (e infatti ora rubano anche le auto dei gitanti che salgono per ammirare l’eruzione).
Ferrovie? No, scusate, proprio non ce la facciamo manco a parlarne. Si festeggia una metropolitana, quella di Catania, che finalmente si appresta (dal 28 marzo) ad affrontare un mezzo tracciato degno di darle il nome di linea metropolitana. Ma non cercate di prenderla dopo le 21 o nei giorni festivi. Non perché sia pericolosa, ma proprio perché non sarà in funzione. In Sicilia ci si muove a orario. Senza puntualità, ma a orario.
A Palermo non va meglio con la città paralizzata da infiniti cantieri che spera nel tram, ma che nel frattempo non raggiunge nemmeno il suo aeroporto di Punta Raisi con il treno per i soliti, infiniti, lavori di ammodernamento.
Potremmo discutere dei musei (sempre chiusi per mancanza di custodi, sic!), o di quelli chiusi tipo la casa di Pirandello per “eccesso” di custodi: 15 per 100 metri quadrati. Con competenze di “pubblica sicurezza” però, sia chiaro!
E invece discutiamo dei tombaroli che rubano reperti, addirittura con l’uso di ruspe, al sito archeologico di Eloro a Siracusa.
E invece discutiamo dei bambini ricoverati nei corridoi dell’Ospedale dei Bambini di Palermo per mancanza di posti letto, o dei 50 milioni reperiti per i disabili siciliani (e tolti ai servizi sociali dei singoli comuni).
Chi custodisce l’isola che affonda? In passato un grande splendore la Sicilia lo ebbe durante il 1200, a comandare ci fu Federico II (di Svevia). Attendiamo fiduciosi la sua reincarnazione, perché nei “nostri” politicanti non possiamo più aver fiducia. E la colpa non è certo nostra, ma loro. Delle loro mancanze, della loro litigiosità, della loro falsità.
In Sicilia non prevale il “sentiment positive” evocato dal sindaco di Catania Enzo Bianco, ma il de-sentiment. Quasi non frega più nulla a nessuno di come finisce questa terra.